Museo Beato Rolando Rivi

In un locale a fianco della Pieve di San Valentino si può visitare il Museo dedicato al Beato Rolando Rivi .

In questo luogo attraverso pannelli, documenti storici ed oggetti personali, i pellegrini possono ripercorrere la vita del Beato Rolando Rivi.

Rolando Rivi nasce il 7 gennaio 1931, figlio di contadini cristiani, nella casa del Poggiolo a San Valentino, nel Comune di Castellarano.

Il desiderio di diventare “sacerdote e missionario” cresce guardando alla figura del suo parroco, don Olinto Marzocchini che fu per il ragazzo una guida e un maestro, e nel 1942, a soli 11 anni, Rolando entra nel seminario di Marola nel comune di Carpineti (RE) e veste per la prima volta l’abito talare che non lascerà più fino al martirio.

Nell’estate del 1944 il seminario di Marola viene occupato dai soldati tedeschi e Rolando, tornato a casa, continua gli studi da seminarista sotto la guida del parroco.

Il 10 aprile 1945, durante le ultime fasi della guerra di liberazione, fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo quattordicenne a seguirli nella boscaglia. Ai genitori fu lasciato un bigliettino con scritto “Non cercatelo. Viene un attimo con noi partigiani”. Accusandolo di fare la spia per i fascisti, dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano.

Seguendo le indicazioni di alcuni partigiani, comprese quelle dello stesso assassino, la sera del 14 aprile Roberto Rivi e don Alberto Camellini, curato di San Valentino, ne ritrovarono la salma che presentava il volto coperto di lividi, il corpo martoriato e le due ferite mortali, una alla tempia sinistra e l’altra all’altezza del cuore. L’indomani lo trasportarono a Monchio, dove ebbe esequie e sepoltura cristiane.

Dopo la Liberazione, il 29 maggio 1945 la salma fu traslata e tumulata nel cimitero di San Valentino, con l’omaggio di tutti i parrocchiani. Essendo divenuta la sua tomba meta di pellegrinaggi, il 26 giugno 1997, con una solenne cerimonia, gli venne data nuova sepoltura all’interno della chiesa di San Valentino, nel sacrario dei parroci della pieve.

Nel 1951 la Corte di Assise di Lucca condannò i responsabili dell’uccisione, Giuseppe Corghi, che aveva sparato, e Delciso Rioli, comandante della 27ª Brigata Garibaldi “Dolo”, a 23 anni di reclusione. La condanna venne confermata nel 1952 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e diventò definitiva in Cassazione. I due furono poi condannati – in tutti e tre i gradi di giustizia – per omicidio a 22 anni di carcere, ma ne scontarono solo 6 per effetto dell’Amnistia Togliatti.

Dopo una serie di guarigioni riconosciute come miracolose dalla Chiesa cattolica, in quanto ottenute con la sua intercessione, il 7 gennaio 2006 è stata aperta dall’arcidiocesi di Modena la sua causa di canonizzazione. Nel maggio 2012, la competente commissione vaticana dei teologi “censori” ha approvato la validità del suo martirio in odium fidei. Il 28 marzo 2013 papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio.

Il 5 ottobre 2013 si è celebrata la cerimonia di beatificazione davanti a migliaia di persone riunite nel Palazzetto dello Sport di Modena.

 

Orari di apertura e ulteriori informazioni sul sito del comitato “Amici di Rolando Rivi” che lo gestisce.