Casa Maffei

Nel XV secolo i Maffei, fedele famiglia modenese, venne inviata dal Duca in questa borgata per controllare un territorio di antica proprietà della famiglia feudale dei Da Rodelia, che aveva avuto il torto di schierarsi col pretendente perdente nella guerra di successione estense e per questo era stata spogliata dei propri beni. La casa veniva indicata originariamente come “Casa del Conte” forse proprio per l’origine gentilizia della famiglia trasferitasi.
Nei primi anni del 500 scoppia una lite fra i Maffei ed i Pacchioni per la scelta del nuovo parroco. Resta ucciso un Pacchioni e da lì inizia una faida tra le famiglie che durerà a lungo e che vedrà impegnati anche Filippo ed Antonio Pacchioni. Quest’ultimo si è indubbiamente ritagliato uno spazio nella storia del brigantaggio sia per aver riconosciuto sulla Cavriana il poeta Ludovico Ariosto, diretto in Garfagnana, e “averlo scortato” fino a S. Pellegrino “per evitargli cattivi incontri ”, ma soprattutto viene ricordato per aver ammazzato l’Amorotto, il brigante che, protetto dai potenti, vessava la montagna reggiana.

La famiglia Maffei, proprietaria di buona parte dei terreni di Roteglia, ha rappresentato per secoli l’inevitabile punto di riferimento nella vita di un paese agricolo. Al loro nome sono legate iniziative come quella, a fine 800, della bachicultura, che permetteva qualche piccolo guadagno alle famiglie o la costruzione, ad inizio 900, di un caseificio.
Durante la seconda guerra mondiale, in seguito ad un attentato che era costato la vita ad un soldato tedesco, molti Rotegliesi vennero rinchiusi dentro l’ammasso di casa Maffei, in attesa di essere deportati. L’ultimo erede, Alessandro Maffei, che conosceva il tedesco, mediò coi Nazisti e riuscì ad evitare la deportazione dei compaesani.

Il complesso di Casa Maffei viene catalogato nel 1996 dal Ministero dei Beni Culturali come “ complesso articolato a corte con nucleo del XVII secolo , opera di maestranze locali, attualmente deturpato dalla ultima ristrutturazione abbastanza recente”. La proprietà comprende la villa padronale, a pianta rettangolare su due livelli, la casa del custode ed il corpo adibito a magazzino noto come “ammasso”.

All’inizio del XXI secolo il Comune ha acquistato e ristrutturato Casa Maffei, “il cuore urbanistico e storico” di Roteglia. Questa iniziativa ha salvato la principale testimonianza di cinque secoli di storia paesana.
Oggi Casa Maffei ha perso la funzione di austera vedetta per divenire sede di aggregazione sociale e culturale, ospitando la sede di varie associazioni e mettendo a disposizione i propri spazi per momenti ludico-ricreativi.

 


Facciata di Casa Maffei prima del restauro.