Castello (Rocca) e Torre

Le prime notizie riferibili a questa rocca risalgono al 1481, anche se non è possibile datare l’origine con certezza. Il palatium, corpo principale, fu concepito come edificio fortificato e residenza signorile; collegato attraverso una passerella il mastio è la torre principale che controlla il resto del castello: provvisto di accesso autonomo sopraelevato aveva riserve di acqua e viveri. Il fossato di protezione era un ampio canale superabile attraverso un ponticello. Ancora visibili negli spessi muri le feritoie da cui i difensori scagliavano frecce o colpi di balestra.

L’ultimo feudatario della linea degli Este San Martino, Marchese Carlo Filiberto II, intraprese nel 1741 lavori di trasformazione della rocca in palazzo signorile per gli ozi estivi della famiglia, con giardini, fontane, un teatro e una cappella. Per portare alla rocca l’acqua necessaria alle fontane fece costruire un acquedotto su 13 archi nella parte posteriore del paese.

Da ricordare due ospiti illustri del castello: la Grancontessa Matilde di Canossa, che tenne un placito nel 1106 presso la Chiesa di S. Maria, e Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, che per più giorni vi soggiornò nel marzo del 1185. >

Il 20 luglio 1944 fu incendiato durante una rappresaglia tedesca e ridotto a rudere; fu poi ristrutturato negli anni ’70 dalla famiglia Casali, attuale proprietaria.

 

Approfondimento

Castellarano, come dimostrano i numerosi riscontri archeologici e storici, già durante il periodo Longobardo era un importante centro, anche giurisdizionale, accanto alla Pieve di Santa Maria (nella quale sono evidenti caratteri costruttivo/decorativi bizantini e longobardi), a fianco della Torre (sicuramente longobarda e citata come sede di emissione di un suo atto da Rascau Scavino nell’898), presente anche un edificio, forse importante e destinato ad ospitare i maggiorenti della comunità longobarda.

Nel luogo in cui si trova la rocca attuale, Matilde di Canossa (1046-1115) aveva certamente un’abitazione in cui alloggiava quando era di passaggio in questo feudo che era stato affidato al primo vassallo di Castellarano, il miles Raniero poi nominato conte.

La Rocca aveva certamente una funzione militare che si deduce dal fossato di difesa, verso l’Aia del mandorlo, e dalla Torre che controllava e dominava il territorio, collegata al palazzo da una passerella.

La torre in sasso ha gli angoli rinforzati da conci di pietra bianca, il tipo di pietra canusiana usata nelle costruzioni di epoca matildica.

Da ricordare, per inciso, come in un viaggio fra Carpineti e Bologna, l’Imperatore Federico I Barbarossa, si sia trattenuto nella Rocca dal 5 al 16 marzo del 1185; ciò è indiretta testimonianza che la Rocca Matildica era adatta ad alloggiare un sovrano ed il suo seguito per oltre dieci giorni e, pertanto, certamente non solo un grezzo presidio militare.

Nei secoli la Rocca fu occupata e perduta dai vari Signori che si disputavano il feudo di Castellarano: i Da Roteglia, gli Este, gli Strozzi, infine gli Este-San Martino. L’ultimo feudatario, il marchese Carlo Filiberto II d’Este, trasformò la Rocca in un palazzo signorile e il fossato venne trasformato in giardino con fontane.

Con l’avvento dei Francesi e della Repubblica Cispadana, i feudi vennero soppressi, la Rocca fu spogliata di tutti gli arredi di valore e venduta a privati.

Il 20 Luglio 1944 fu colpita da cannonate, come gran parte del centro storico, dai tedeschi per rappresaglia e ridotta a un rudere. Solo nel 1974 i proprietari la fecero ricostruire, rispettando le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Culturali che fece liberare i merli tamponati e la rocca assunse l’aspetto odierno.