La Traversa di Castellarano

      
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Immediatamente a valle della traversa di Castellarano, lungo l’alveo del fiume, affiorano degli strati di roccia disposti verticalmente. Queste rocce stratificate appartengono alle formazioni geologiche del Flysch di M. Cassio e delle Argille di Viano che si sono formate tra  70 e 50 milioni di anni fa.

 

Le torbiditi

Le rocce del Flysch di Monte Cassio sono caratterizzate da stratificazioni piuttosto regolari a testimonianza che la loro formazione è dovuta ad episodi ripetuti ritmicamente nel tempo. In particolare, queste rocce si sono formate milioni di anni fa su di un fondale marino alla periferia di un antico oceano (chiamato Tetide) scomparso milioni di anni fa.

Il termine Flysch significa “terreno che scivola”, queste rocce sono costituite da sedimenti (sabbie, limi e argille) che milioni di anni fa si sono accumulati su di un margine di piattaforma continentale per poi “scivolare” lungo una ripida scarpata (scarpata continentale) sotto forma di masse di acqua e sedimenti in rapida discesa verso il basso (correnti di torbida). Raggiunta la piana abissale, i sedimenti trasportati dalle correnti di torbida si sono depositati formando le caratteristiche rocce a strati ripetuti che i geologi chiamano torbiditi. La base degli strati (chiamato “letto” dai geologi) di queste torbiditi è costituita da sedimenti più grossolani, dunque più pesanti, che per gravità si sono depositati più velocemente sul fondo, mentre la parte superiore degli strati (chiamato “tetto”) è costituito da sedimenti più fini, come limi e argille, la cui deposizione sul fondale ha richiesto più tempo. Con l’approfondirsi dell’antico mare, le torbiditi sono state progressivamente coperte da argille e limi che oggi costituiscono la formazione geologica delle Argille di Viano.

Sezione semplificata di bacino oceanico con le varie componenti (la sezione verticale non è in scala).

La piega

Come si può notare, gli strati che costituiscono il Flysch di Monte Cassio e le Argille di Viano sono disposti in verticale. Tra gli 11 e i 5 Milioni di anni fa, queste rocce sono state piegate e profondamente deformate dalle forze tettoniche che hanno portato al sollevamento degli Appennini. Le rocce così deformate fanno parte  di una struttura che ai geologi è nota come Sinclinale di Viano. In tempi più recenti, l’azione delle acque correnti del Fiume Secchia ha eroso il substrato roccioso che affiora lungo l’alveo. A valle della diga, le acque del Secchia, favorite dalla disposizione verticale degli strati, si fanno strada preferenzialmente lungo i livelli argillosi “più soffici”, dunque più facilmente erodibili, ma anche lungo le fratture che interessano gli strati più resistenti.

L’Uomo e il Fiume

Fin da tempi remoti, il fiume rappresenta una grande risorsa per l’uomo che ne utilizza le acque non solo per irrigare i campi, ma anche per le lavorazioni industriali e per produrre energia. L’interazione tra le modifiche imposte dall’uomo e dagli agenti di modellamento rende il paesaggio fluviale in costante cambiamento. Il letto del Fiume Secchia non è dunque sempre stato così come lo vediamo oggi: si documenta che già nel XV secolo l’uomo operò il progressivo interramento delle aree occupate dal fiume per guadagnare terreni da destinare all’agricoltura. Prima del XV secolo e fino almeno al 1645 il Secchia lambiva le mura della Rocca di Sassuolo, mentre nel 1800 si era spostato verso ovest, per cause naturali e antropiche, di circa 700 m, in una posizione simile a quella attuale. Già alla fine del 1800, a firma dell’Ing. Carli Enrico, fu studiato un progetto per la realizzazione di una diga sommergibile sul Secchia, collocata all’incirca dove sorge oggi. Nella prima metà del ‘900 si assistette all’estensione di opere di difesa di sponda (argini in muratura o cemento) per contenere i danni delle esondazioni e dell’erosione e per proteggere i terreni strappati al fiume in precedenza.

Ad oggi, nel tratto fluviale che interessa il territorio di Castellarano sono presenti due sbarramenti: la traversa di Castellarano e più a valle la traversa di San Michele dei Mucchietti. Quest’ultima tuttavia è crollata nell’autunno del 2003. Ciò ha comportato l’asportazione pressoché completa di tutto il materiale ghiaioso sedimentatosi a monte dello sbarramento con l’aggravarsi del processo di erosione d’alveo già in atto.

La traversa di Castellarano è stata realizzata tra il 1979 e il 1985 sul Fiume Secchia qualche chilometro più a valle della stretta del Pescale, per ovviare all’abbassamento dell’alveo che aveva reso impossibile l’alimentazione dei due principali canali di irrigazione: quello Modena (situato lungo la sponda destra) e quello di Reggio Emilia (sulla sponda sinistra). Questi due canali sono stati realizzati verosimilmente in epoca medievale e sono ad oggi utilizzati per irrigare ampie aree agricole delle province di Modena e di Reggio Emilia durante i periodi siccitosi.

Nel Febbraio 2018, sulla sponda destra del Fiume Secchia, è stata realizzata una centrale idroelettrica ipogea per la produzione di risorsa energetica pari al fabbisogno, nei dodici mesi, di circa 4000 nuclei familiari (per approfondire https://www.emiliacentrale.it).

Estratto cartografico dall’opera “Progetti di opere tendenti ad aumentare le acque irrigue dei canali di Reggio e di Modena derivati dal fiume Secchia” a firma dell’Ingegnere Enrico Carli (1888).

 

Immagine satellitare della Traversa di Castellarano (data di acquisizione 7 luglio 2019)

Letture per approfondire

  • Gasperi G., Bettelli G., Panini F., Pizziolo M., 2005 – Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000, Foglio 219 Sassuolo. APAT – Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d’Italia, 195 pp.
  • Bettelli G., Panini F., 1992 – Introduzione alla geologia del settore sud-orientale dell’Appennino emiliano. In: Guida alla traversata dell’Appennino settentrionale. 76a Riunione Estiva-Congresso della S.G.I. Firenze, 16-20 Settembre 1992, pp. 207-240.

ENGLISH VERSION

 

Along the Secchia riverbed, downstream of the Castellarano’s dam,  vertically arranged stratified rocks crop out. These rocks belong to the geological formations named M. Cassio Flysch (Flysch di Monte Cassio) and Viano Clays (Argille di Viano)  which were formed between 70 and 50 million years ago

 

Turbidites

The geological formation of the Monte Cassio Flysch (Flysch literally means “sliding ground”) was formed from sediments (e.g. sand, clay and silt) on a shallow seabed (generally less than 200 m deep) at the margins of an ancient ocean (called Tethys) that disappeared millions of years ago. Due to tectonics forces, these sediments collapsed along a steep underwater escarpment. The sediments reached the abyssal plain and they settled on the seabed forming the characteristic layered rocks that geologists call turbidites. The  bottom of the turbidite layer is composed by coarser sediments, therefore heavier, which, thanks to gravity, reached the sea bottom more quickly with respect to the finer sediments (silt and clay), the  deposition of which took longer time. With the deepening of this ancient sea, the turbidites were gradually covered by marine sediments, clays and silts, which today constitute the geological formation of the Argille di Viano.

Simplified cross-section of an ocean basin (the drawing is not to scale)

The fold

If we look carefully, somewherethe vertical layers of the Monte Cassio Flysch and of the Viano Clays appeardeformed. In fact, these rocks were  folded (between 11 and 5 million years ago) by the tectonic forces that led to the uplift of the Apennines (orogeny).

The River and the anthropic interaction

Since ancient times, local people have modified the course of the Secchia River not only for better exploiting the water resource but also to defend themselves from soil erosion and floods. Since the Middle Ages, the water of the Secchia River has been used to irrigate large agricultural areas through two canals that are still present: the “Canal of Modena” (on the right bank) and the “Canal of Reggio Emilia” (on the left bank). The Castellarano’s dam was built between 1979 and 1985 on the Secchia River after the lowering of the riverbed which prevented the water from reaching the irrigation channels.

In February 2018, on the right bank of the Secchia River, an underground hydroelectric power plant was built to meet the annual energy needs of about 4000 households (for more information http://www.emiliacentrale.it).

 

Map extract from the work “Projects of works tending to increase the irrigation water of the Reggio and Modena canals derived from the Secchia river” signed by the engineer Enrico Carli (1888)

 

Satellite image of the Traversa di Castellarano (acquisition date 7 July 2019)