La Stretta di Pescale

      
IL GEOSITO SUL PORTALE REGIONALE

Il Fiume Secchia, all’altezza di Roteglia (abitato posto a circa 3 km in direzione sud-est da Castellarano), ha un letto molto ampio, dove scorre libero creando numerosi canali intrecciati tra loro. All’altezza del Pescale, un gigantesco blocco di roccia calcarea avrebbe sbarrato la strada al fiume se non fosse che una grande spaccatura della roccia ha permesso al fiume di attraversarla e di scavare una profonda gola che oggi chiamiamo «Stretta del Pescale». La spaccatura, in termini geologici, si chiama «faglia» ed è una diretta conseguenza delle immense forze prodotte dai lenti, ma continui movimenti di grandi masse di roccia fusa presenti nel mantello terrestre, che spezzano la crosta terrestre in tante «zolle», creando appunto delle spaccature più o meno grandi. Una volta attraversato questo “collo di bottiglia”, il fiume torna ad aprirsi sulla valle, ricreando un’ampia pianura che va dall’abitato di Castellarano, sulla sponda sinistra, fino ai piedi delle colline di San Michele dei Mucchietti, sulla sponda destra. Per capire qual è la sponda sinistra e quale quella destra di un corso d’acqua basta mettersi con la schiena verso monte e guardare il corso del fiume: la corrispondenza con il nostro braccio destro e con quello sinistro verrà naturale. In tempi recenti, la libertà riacquistata a valle della stretta dal fiume è stata nuovamente ridotta, questa volta non dalla geologia, ma dall’uomo, che ha creato un grande sbarramento (diga) per utilizzare le acque a fini irrigui.

La roccia del Pescale: un’antica zona di mare caldo di 20 milioni di anni fa!

Le rocce che formano le sponde della Stretta del Pescale hanno un colore biancastro perché ricche di carbonato di calcio che si è depositato in un ambiente molto simile a quello delle attuali barriere coralline che ospitano coralli, spugne e altri organismi viventi il cui scheletro è formato, appunto, da carbonato di calcio. In particolare, l’ambiente in cui le rocce del Pescale si sono formate non era proprio vicino alla barriera corallina, ma già ad una certa distanza da essa, verso il mare aperto, dove la profondità aumenta e la luce del sole arriva più attenuata. Si può quindi affermare che il Pescale di 20 milioni di anni fa sarebbe stato certamente un’ambita meta turistica, ma l’uomo doveva ancora iniziare a fare i suoi primi passi sulla Terra. Anche oggi, comunque, la Stretta del Pescale offre un paesaggio suggestivo, con le sue alte rupi modellate dalla costante azione erosiva del fiume, che ne fa un luogo di sosta molto gradito a chi passa in bicicletta e a chi vi sosta per trovare frescura nelle ore più calde delle giornate estive.

 

 

In cima al Pescale c’è un «terrazzo»!…ma non come pensate voi!

Se camminiamo sulla sommità del Pescale troviamo dei ciottoli di dimensioni anche piuttosto grandi, arrotondati o piatti, abbandonati nel passato dal Fiume Secchia! Quindi ne deduciamo che tanto tempo fa l’alveo del fiume fosse ben più in alto rispetto alla sua posizione attuale. Questi ciottoli sono il vecchio letto del fiume e formano una superficie piatta, per questo chiamata «terrazzo» in gergo geologico.

Come riportano alcuni recenti studi, si stima che questo terrazzo si sia formato a partire da circa 140.000 anni fa poco prima dell’inizio dell’ultimo periodo glaciale (tra ca. 110.000-10.000 anni fa). In questo periodo, alcuni millenni di intenso freddo si alternavano ad alcuni millenni di clima mite, come quello attuale. Nei periodi freddi, alcuni ghiacciai erano presenti anche sulle cime più alte del nostro Appennino e qui al Pescale vi era certamente un ambiente molto più fresco di oggi. I ghiacciai, come ruspe, al loro passaggio erodevano le rocce producendo grandi quantità di detriti che poi raggiungevano i fiumi. I fiumi erano poveri d’acqua, trattenuta dai ghiacciai, ma ricchi di questi detriti che venivano poi depositati a valle a formare pianure. E sono proprio questi i detriti che troviamo “conservati” sulla cima del Pescale. Durante i periodi di clima più mite, i fiumi si colmavano di acqua come conseguenza della fusione dei ghiacciai di monte e più che costruire pianure tendevano a scavare il proprio letto con conseguente formazione di terrazzi fluviali.

https://www.youtube.com/watch?v=qtZG-o0kwDg

 

Il Pescale: un luogo di attrazione da sempre per l’Uomo

Ma il Pescale conserva anche un altro segreto: lambito da un lato dal Fiume Secchia e dall’altro dal Rio Pescarolo (che non vediamo perché scorre in una profonda gola dall’altra parte della rupe), è un vero e proprio baluardo difeso naturalmente. Per questo nel Neolitico è stato eletto a luogo di dimora per un insediamento di cui si conservano numerosi reperti, attualmente custoditi nel Museo Archeologico di Modena. In epoca più recente, nella prima metà del secolo scorso, le insenature di sabbia e ciottoli formate dal fiume erano utilizzate come piccole spiagge, luoghi adatti per colonie elioterapiche, frequentate da chi non poteva permettersi una vacanza lungo la costa adriatica. Testimonianza di questa particolare fruizione sono le cabine-spogliatoio, oggi ormai avvolte dalla vegetazione, presenti lungo il sentiero ciclabile, e che solo i più attenti possono individuare!

Non lontano dalle cabine-spogliatoi, all’interno dell’alveo di magra del Fiume, è possibile notare dei resti di manufatti in calcestruzzo: sono le rovine di un vecchio sbarramento distrutto dall’ondata di piena del 1966, anno particolarmente funesto per l’Italia per quanto riguarda le alluvioni, tra cui la più famosa è quella di Firenze.

 

Fotografie scattate lungo il percorso ciclopedonale del Fiume Secchia in sinistra idrografica (Castellarano). Curiosi manufatti antropici si possono intravedere nei pressi della Stretta del Pescale: a sinistra le rovine di una traversa in calcestruzzo distrutta dalla piena del 1966; a destra ciò che rimane delle cabine-spogliatoio utilizzate in passato quando il Pescale fungeva da località balneare.

Letture per approfondire

Gasperi G., Bettelli G., Panini F., Pizziolo M., 2005 – Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000, Foglio 219 Sassuolo. APAT – Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d’Italia, 195 pp.
Bettelli G., Panini F., 1992 – Introduzione alla geologia del settore sud-orientale dell’Appennino emiliano. In: Guida alla traversata dell’Appennino settentrionale. 76a Riunione Estiva-Congresso della S.G.I. Firenze, 16-20 Settembre 1992, pp. 207-240.

 

ENGLISH VERSION

The Secchia River, close to Roteglia (an inhabited locality about 3 km south-east from Castellarano), has a very wide bed characterized by numerous braided channels. The Stretta di Pescale is a narrow stretch of the river, bordered by vertical cliffs made of white rocks rich in calcium carbonate. These rocks were formed about 20 million years ago, in an environment very similar to that of the current coral reefs, which host sponges and other living organisms whose skeleton is made of calcium carbonate. The presence of a fault has favored the incision of the hard rocks by the river, forming this deep canyon called “Stretta di Pescale”. Once crossed this “bottleneck”, the riverbed widens again recreating a wide plain that goes from the village of Castellarano, on the left bank, to the foot of the hills of San Michele dei Mucchietti, on the right bank. To understand which is the left and which is the right bank of a stream, just stand with your back towards the mountain and look at the course of the river: the correspondence with the right and left arms will come naturally. In recent times, the freedom regained downstream of the narrow stretch by the river has been reduced again, this time not by geology, but by man, who created a large dam to use the water for irrigation purposes.

A terrace at Pescale

Pebbles of the Secchia River can be found on the top of the Pescale. So we deduce that long time ago the riverbed was at a much higher altitude than today. These pebbles form a deposit with a flat surface, thus getting the name of “terrace” in geological jargon.

From recent studies, it is estimated that this terrace was formed about 140,000 years ago, just before the beginning of the last glacial period (between about 110,000-10,000 years ago). At that time, a few millennia of intense cold alternated with a few millennia of mild climate, like the current one. In cold periods, some glaciers were also present on the highest peaks of the Apennines and here at Pescale there was certainly a much cooler environment than today. The glaciers, like bulldozers, eroded the surrounding rocks, producing large quantities of debris which then reached the rivers. The latter were poor in water, retained by glaciers, but rich in this debris which was then deposited downstream to form plains. These are the debris that one can find on the top of the Pescale. During periods of milder climate, rivers filled with water from the melting of Apennine glaciers tended to excavate their beds rather than building plains with the consequent formation of fluvial terraces.

https://www.youtube.com/watch?v=qtZG-o0kwDg

Il Pescale cliff: a place of attraction since a long time ago

The Pescale on one side is bounded by the Secchia River and on the other by the Rio Pescarolo stream (which we do not see because it flows into a deep gorge on the other side of the cliff): thanks to this peculiar setting it is a natural bulwark. For this reason, in the Neolithic period it hosted an important human settlement whose numerous findings are preserved and exhibited at the Archaeological Museum of Modena. In more recent times, in the first half of the 1900s, the inlets filled with white sand and pebbles by the river were used as small beaches, suitable for hosting heliotherapy colonies for those who could not afford a holiday along the Adriatic coast. Evidence of this particular use can be found in the preserved changing cabinswhich are still visible with a keen eye along the cycling path, despite the flourishing vegetation that hides them. The picture below can give you a clue!

Not far from the changing cabins, inside the riverbed, it is possible to see the remains of concrete artifacts: these are the ruins of an old barrage destroyed by the flood wave of 1966.

 

Photographs taken along the cycling/pedestrian path of the Secchia River on the hydrographic left side (close to Castellarano). Curious anthropic artifacts can be observed near the Stretta di Pescale: on the left, the ruins of a concrete barrage destroyed by the flood of 1966; on the right, the remains of the changing cabin used in the past when the Pescale was used as a sort of “seaside resort”.