Il “Fungo” dell’alveo del Secchia

      
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Non molto tempo fa (fino a circa il 1970), accumuli di ghiaia e ciottoli occupavano l’alveo  del Secchia formando il cosiddetto “materasso alluvionale”. L’acqua vi scorreva sopra, intessendo una rete di canali intrecciati, che si facevano strada su un fondo mobile di sassi rotolati dalle acque scese da monte. Con il passare del tempo, la costruzione di briglie, traverse e il prelievo di ghiaia dall’alveo hanno ridotto lo spessore di questo “materasso”. Come in un gioco, le acque correnti si divertirono a far rotolare i ciottoli rimasti e gli elementi tra loro mobili o con legami poco saldi. Scomparso il materasso alluvionale dell’alveo, iniziò ad affiorare il substrato roccioso. Le acque correnti del fiume approfondirono sempre di più l’alveo e la loro azione si rivelò particolarmente efficace in corrispondenza delle rocce più “soffici” e deboli (arenarie debolmente cementate) che furono profondamente incise. Tra le due rive del letto di magra, poche centinaia di metri a nord di San Michele dei Mucchietti, rimase solo una piccola isola di ciottoli che l’azione delle acque correnti modellò a formare una curiosa scultura.

Se tra gli anni ’80 e ’90 del XX secolo aveste percorso la sponda destra dell’alveo del Secchia, poche centinaia di metri a nord di San Michele dei Mucchietti, avreste visto questa forma dall’aspetto curioso e dalle sembianze mutevoli. A seconda dell’altezza raggiunta di volta in volta dall’acqua del fiume, infatti, c’è chi vedeva in quella forma un periscopio, un timone o la chiglia di una barca capovolta, ai più però ricordava un fungo da cui questa forma trae il suo nome.

Si trattava di una colonna cresciuta e snellita su un piedistallo più massiccio sormontata da un capitello piatto e ovale. L’aspetto era quello di un fungo. Il gambo del fungo era costituito da arenaria antica 30 milioni di anni (appartenente alla formazione geologica di Ranzano), mentre il cappello era costituito da ciottoli trasportati in tempi più recenti dal fiume e ben legati tra loro dal cemento carbonatico deposto dalle acque del Secchia ricche di sali disciolti dalle rocce dilavate a monte. La porzione di roccia arenacea, meno resistente, ha subito nel tempo un maggiore assottigliamento rispetto al ciottolame ben cementato di copertura ad opera dell’incessante scorrere delle acque del fiume.

Prima che fosse eroso quasi completamente dall’azione delle acque correnti, questo fungo veniva utilizzato per misurare il tasso di erosione dell’alveo del fiume: dal confronto decennale dell’altezza raggiunta dal fungo, tra il 1986 e il 1996, l’alveo di magra del Secchia si è abbassato alla velocità di oltre 50 cm/anno. Si tratta di un valore molto grande se si pensa che l’erosione media del suolo appenninico è stimata intorno a 1 mm all’anno.

Nel territorio di Castellarano è possibile ammirare altre forme a fungo situate presso la valle del Rio della Rocca, anch’esse originatesi per erosione selettiva nelle Arenarie di Ranzano.

Esempi di erosione selettiva nelle arenarie della formazione geologica di Ranzano: a sinistra, forma a fungo dell’alveo del Fiume Secchia; a destra, forma a fungo situata nella valle del Rio della Rocca (Comune di Castellarano).

Letture per approfondire

  • Balocchi P., Little W.W., 2020 – Influence of the Canossa-San Romano fault system on the development of the River Secchia fluvial terraces (Northern Apennines, Italy). Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, 151, pp. 33-51.
  • Cardarelli A., Malnati L. 2006  – Atlante Dei Beni Archeologici Della Provincia Di Modena. Volume II, Montagna. All’Insegna del Giglio, Firenze, pp. 243.

Not long ago (until about 1970), accumulations of gravel and pebbles occupied the bed of the Secchia, forming the so-called alluvial deposits.

Over time, the construction of dams, barrages, and the removal of gravel from the riverbed has increasingly reduced the thickness of these alluvial deposits. As a consequence, the underlying bedrock was exposed by river erosion. Between the two banks of the Secchia River, a few hundred meters north of San Michele dei Mucchietti, only a small mushroom-shaped island remained: the stem is made up of sandstone and the cap is made of pebbles well cemented by the waters rich in dissolved minerals.

Over the years, erosion has progressively thinned the upper part of the stem, until the heavy hat fell down. Today, thelatter can be found next to its stem.

Before the “mushroom” was almost completely eroded by the action of running waters, it was used to measure the erosion rate of the riverbed: from the ten-year comparison, it was estimated that between 1986 and 1996, the Secchia riverbed has lowered at a rate of more than 50 cm/year. This is a very high value, since the average erosion of the Apennine soil is estimated around 1 mm per year.

In the area of Castellarano it is also possible to admire other mushroom-shaped structures located in the Rio della Rocca valley, which also originated from selective erosion in the Ranzano sandstones.

Examples of selective erosion in the sandstones of the Ranzano geological formation: on the left, mushroom-shaped structures along the left bank of the Secchia River; on the right, mushroom-shaped structures located in the Rio della Rocca valley (Municipality of Castellarano).

 

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